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Guarda la stella, invoca Maria
di SERGIO GASPARI
Maria luce radiosa verso il porto della salvezza
(testo di s. Bernardo, in S. De Fiores, in A Colei che ci ascolta. Preghiere di tutti i secoli a Maria, Ed. Monfortane, Roma 1983, 43).
Nel dare inizio a questa nuova rubrica "Guarda la stella, invoca Maria", ci collochiamo nel lungo e luminoso periodo del Medio Evo, il quale, convenzionalmente, viene racchiuso nel vastissimo arco di tempo che si estende dal V al XV sec. Vedremo autori prestigiosi e preghiere mariane indimenticabili dei secoli XI-
Diamo voce per primo al "citarista di Maria": il cantore, il cappellano, il cavaliere della Vergine, il massimo dei dottori mariani: s. Bernardo di Chiaravalle (+ 1153). Non a caso scelto da Dante (+ 1321) suo portavoce presso la Vergine (cf. Paradiso, XXXI,100-
Lo scopo del presente contributo è specificato dal sottotitolo: la Madre Maria è la stella che illumina il nostro cammino spirituale. Assumere quindi uno sguardo orante e contemplativo verso di lei, per crescere nella dimensione mariana. Ella è la Madre dei contemplativi, soprattutto dei monaci cistercensi, Ordine che in Bernardo ha trovato l'esponente più insigne. I cistercensi venerano Maria "tamquam ipsius alumnis semper et ubique", "come suoi alunni sempre e ovunque". Ma Bernardo addita la Vergine a tutti i fedeli quale fulgida stella che orienta verso il porto della salvezza. La carità, che unisce Maria a Dio nella santità, la unisce pure alle creature umane. Anzi ella è mediatrice dell'intera creazione, poiché in lei si sono incontrati Dio e l'umanità: "Tutto l'universo risplende per la presenza di Maria, di modo che la stessa patria celeste ancor più fiammeggia per il fulgore che irradia dalla verginale lampada". Il pensiero è ripreso da Dante che fa dire a s. Bernardo: "Qui se' a noi meridiana face,/ di caritade" (Paradiso, XXXIII,10-
S. Bernardo è preceduto da s. Anselmo d'Aosta (+1109) che, dopo due secoli di "apatia mariana", appare come il rinnovatore e il propulsore del movimento mariano del sec. XI. Attento alla bibbia e alla tradizione, Bernardo ha esercitato un influsso immenso nei secoli successivi: nel processo di sviluppo della dottrina e pietà mariana, nella vita della Chiesa come nella società del tempo. Tramite la celebre metafora dell'"acquedotto" (nota come omelia "De aquaeductu"), Bernardo mostra che Dio si accosta all'uomo tramite Maria. Francesco d'Assisi (+ 1226) infonderà al mistero dell'Incarnazione del Signore una nota molto calda ed affettuosa, e all'umanesimo dell'epoca trasmetterà una rilevante intonazione religiosa. Dante trasformerà la teologia in poesia, e la poesia illustrerà la teologia mariana, come vedremo in seguito presso altri poeti e scrittori.
La dottrina mariana di S. Bernardo
1. La Madre del Signore, dono di Dio, si trova nel cuore del mistero dell'Incarnazione del Verbo, centro unico della storia redentrice ed umana. La Vergine ha contribuito ad avvicinare l'uomo a Dio, e a rendere Dio più accessibile all'uomo. In un discorso sulla Natività di Gesù, s. Bernardo predicherà: "Dio era assolutamente incomprensibile, inaccessibile e inimmaginabile. Ma allora volle diventare comprensibile, visibile e immaginabile. Come?, mi chiedi tu. Ti rispondo: Al presepio, nel seno verginale della Madre sua".
2. Maria è contemplata tra Cristo e la Chiesa. Coronata di sole e con la luna sotto i suoi piedi, ella è il vincolo vivente tra i due astri: la Chiesa e Gesù Cristo. La luna, cioè la Chiesa prostrata ai suoi piedi, si rivolge a colei che è costituita sua mediatrice presso il sole di giustizia.
3. Maria è la stella del mare, innalzata appositamente al di sopra del mare maestoso e immenso della vita, che irradia meriti e brilla per gli esempi davanti a tutti i fedeli.
Impegni del fedele verso la Vergine
1. Maria deve regnare nel cuore, nel pensiero e nelle opere dei fedeli, perché da lei essi possono attingere la grazia come alla sorgente stessa: Cristo. Bisogna nutrire fiducia e devozione verso la Vergine, venerarla, onorarla nella propria vita e invocarla con la preghiera. Per s. Bernardo l'amore alla Madre di Dio costituiva una sola cosa con la sua vita. Dante gli mette in bocca questa terzina: "E la Regina del cielo, ond'io ardo/ tutto d'amor, ne farà ogni grazia,/però ch'io sono il suo fedel Bernardo" (Paradiso, XXXI,100-
Rivolto ai monaci, Bernardo suggerirà: accogliere "Mariam in cogitando, Mariam in loquendo, Mariam in omnibus operibus suis": Maria nel pensiero, Maria nel parlare, Maria in tutte le opere. Ella ci dà il pensiero per conoscere Cristo, il desiderio per correre verso Cristo, la memoria per portare Cristo in noi, specificheranno i suoi successori. S. Bonaventura (+1274), che nei suoi sermoni mariani cita 57 volte s. Bernardo, lo proclama "il principale amante della Vergine e zelante della gloria di Dio".
2. Per ottenere l'intercessione della Vergine Madre bisogna seguire i suoi esempi. Ritenuto il dottore mariano per antonomasia, Bernardo loda le virtù e le disposizioni interiori di Maria, soffermandosi con compiacimento sulla verginità e sull'umiltà, cardini intorno ai quali ruota l'esistenza intera di lei. Dio le concesse la maternità dopo averle ispirato il voto di verginità ed averla insignita del merito dell'umiltà.
Dante presenta Bernardo come "colui che s'abbelliva di Maria/ come del sol la stella mattutina" (Paradiso, XXXII,37-
3. Maria, che accoglie ogni richiesta, non trascura nessuno, in quanto, nella sua santità, è ricolma di misericordia. Bernardo esorta ogni credente a rivolgersi a lei con assoluta fiducia, poiché ella è come una stella che illumina il mondo intero, riscalda il nostro spirito, alimenta le virtù, fa inaridire i vizi. Con calore e passione sollecita tutti a rivolgere lo sguardo verso di lei, come i naviganti lo volgono verso la stella che indica loro la rotta. Madre di misericordia, ella è la scala attraverso la quale i peccatori, sballottati tra le tempeste e travolti dalla bufera delle vicende umane, possono facilmente salire fino a Dio.
Sergio Gaspari, SMM