Consacrati a Cristo - Cuorinaviganti

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Consacrati a Cristo

Totus Tuus



Con la consacrazione ci lasciamo conformare a Cristo nello stampo che è Maria. La condizione  che rende possibile tale processo porta già in sè  la beatitudine  della mitezza : occorre non confidare  nella propria abilità e non resistere  ma gettarsi,perdersi.
Ricordati bene  però: "si getta  nello stampo solo ciò che è fuso e liquido "scrive il Padre di Montfort (cf.VD 219-221), ossia chi si apre alle confidenza, alla fiducia, si lascia piegare  e ammansire. Tale disponibilità attira nel cuore la sapienza, eredità dei figli di Dio. La consacrazione traccia anche il cammino per conformarci a Gesù, mite e umile di cuore.

In concreto :
con la consacrazione rifuggiamo dalla falsa sapienza del mondo per cercare quella vera. Si tratta,cioè,di leggere e vivere  la realtà partendo da una logica diversa da quella proposta dal mondo,dove il trinomio . Io sono, io voglio ,io posso " vale come regola di fondo delle relazioni umane. Alla logica dell'affermazione  dell'io a tutti i costi (cf AES 82), la consacrazione  risponde con quella di un progetto nel quale il valore della persona non consisterà più nell'elevarsi  solitario sugli altri ma nell'abbassarsi per servire  ed innalzare. E' la vera devozione a Maria, coniuga la mitezza con la fermezza perchè rende coraggiosi nell'opporsi  alle mode e alle massime del mondo (cf VD 109) il consacrato fa della ricerca della volontà di Dio il proprio sentiero di vita  ed è camminando  su di esso che riceve  in dono il frutto della mitezza . Impara  a discernere  e a dare il giusto peso  e valore a ciò che riempie  il suo quotidiano, evitando l'intransigenza di fronte a ciò che in realtà è solo relativo :
"cercate prima il regno di Dio,e tutto il resto vi sarà dato  in aggiunta "(Cf Mt 6,33). Quand'è così , anche dopo sconfitte  talora pungenti,saprà arrendersi alla bontà di Dio che ha in mano l'esistenza ,vivendo al vera mitezza.
Nella Prima lettera di Pietro troviamo un applicazione  della beatitudine dei miti :"Adorate  il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre  a rispondere a chiunque  vi domandi ragione  della speranza che è in voi. Tuttavia  questo sia fatto con mitezza  e rispetto " (1 Pt 3,15-16). Gesù vuole  che i suoi discepoli siano questi miti che ereditano  la terra non con mezzi che  inaspriscono perchè violenti,ma con la dolcezza,la pazienza, la longanimità. La  consacrazione che il Montfort propone  ha sempre  un respiro apostolico, anzi il punto più alto del  cammino di conformazione  a Gesù Cristo è proprio il desiderio  e la scelta di impegnare se stessi per il Vangelo . Il consacrato  a Gesù Cristo  per mezzo di Maria  è l'anima mite  che attrae gli altri  con la sua dolcezza, perchè portatore  di una verità che  avvince a sè .
Il consacrato è : un agnello mansueto fra tanti lupi (cf Pt 18) ; avrà un occhio pieno di umanità verso il prossimo (cf Pt 21) e le spalle coperte  dell'oro  della perfetta carità per tollerare  i difetti dell'altro ; in ogni luogo  sarà il buon profumo di Gesù per i  poveri e i piccoli (cf VD56).
La consacrazione fa sperimentare la dolcezza di Maria  e porta a vivere  all'ombra  della sua mitezza. rende mite il cuore dei consacrati che "l'ameranno  teneramente (cf VD 55.197). Fa scoprire Maria  quale "cammino dolce per andare a Gesù Cristo " (VD 152).Allo stesso tempo toglie  dal cuore dei consacrati ogni timore  servile nei confronti di Dio, dilata la fiducia  in Lui, facendolo considerare come Padre e ispira un amore tenero e filiale  verso di lui (cf VD 169.215).

La consacrazione monfortana è, dunque, una via efficace non solo per incontrare Gesù ma anche per accedere alla contemplazione del mistero trinitario per portare cosi a maturazione la grazia battesimale.


Consacrazione a Cristo per le mani di Maria. Nell'ottica: "accogliere da Gesù la Madre Maria per vivere con lei un rapporto filiale di intimità", nell'enciclica RM G.P.II nel 1987 ricordava che s. Luigi Maria di Mft nella Francia del 1700 proponeva a tutti i fedeli "la consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali" (n.48).
Questa consacrazione esplicita in modo eloquente un'indicazione stessa del rito del battesimo, che suggerisce, al termine della celebrazione, la possibilità di portare il neobattezzato all'altare o icona della Vergine, per porlo sotto la sua materna protezione (Rito del Battesimo dei bambini 80). Questa consacrazione tiene conto del magistero della Chiesa, che richiede: in ogni forma di consacrazione mariana si parta "da una corretta valutazione della primaria e fondamentale consacrazione battesimale" (OP 86).
Già in una preghiera alla Madre del Signore, risalente all'XI secolo, si avverte un chiaro riferimento alla consacrazione mariana radicata sulle promesse battesimali: "Ricordati, Signora, che nel battesimo sono stato consacrato al Signore e ho professato con la mia bocca il nome cristiano. Purtroppo non ho osservato quanto ho promesso. Tuttavia sono stato affidato e consegnato a te dal mio Signore Dio vivo e vero. Tu, salva colui che ti è stato consegnato e custodisci colui che ti è stato affidato".

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