Mercoledì 5 novembre 1997
1. Nel corso dei secoli il culto mariano ha conosciuto uno sviluppo ininterrotto. Esso ha visto fiorire, accanto alle tradizionali feste liturgiche dedicate alla Madre del Signore, innumerevoli espressioni di pietà, sovente approvate ed incoraggiate dal Magistero della Chiesa.
Molte devozioni e preghiere
mariane costituiscono un prolungamento della stessa liturgia e talvolta hanno
contribuito ad arricchirne l'impianto, come nel caso dell'Ufficio in onore della
Beata Vergine e di altre pie composizioni entrate a far parte del Breviario.
La prima invocazione mariana conosciuta risale al III secolo ed inizia con le
parole: "Sotto la tua protezione (Sub tuum praesidium) cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio...". Tuttavia, dal secolo XIV, è l'"Ave
Maria" la preghiera alla Vergine più comune tra i cristiani.
Essa, riprendendo le prime parole rivolte dall'Angelo a Maria, introduce i fedeli
alla contemplazione del mistero dell'Incarnazione. La parola latina "Ave"
traduce il vocabolo greco "Chaire": costituisce un invito alla gioia
e potrebbe essere tradotto con "Rallegrati". L'inno orientale "Akáthistos"
ribadisce con insistenza questo "rallegrati". Nell'Ave Maria la Vergine
viene chiamata "piena di grazia" e così riconosciuta nella
perfezione e nella bellezza della sua anima.
L'espressione "Il Signore è con te" rivela la speciale relazione
personale tra Dio e Maria, che si situa nel grande disegno dell'alleanza di
Dio con tutta l'umanità. Poi la locuzione "Benedetta fra le donne
e benedetto il frutto del tuo seno Gesù", afferma l'attuazione del
disegno divino nel corpo verginale della Figlia di Sion.
Invocando "Santa Maria, Madre di Dio", i cristiani chiedono a Colei
che per singolare privilegio è l'immacolata Madre del Signore: "Prega
per noi peccatori", e si affidano a Lei nell'ora presente e in quella suprema
della morte.
2. Anche la tradizionale preghiera dell'"Angelus" invita a meditare
il mistero dell'Incarnazione, esortando il cristiano a prendere Maria come punto
di riferimento nei diversi momenti della propria giornata per imitarla nella
sua disponibilità a realizzare il piano divino della salvezza. Questa
preghiera ci fa quasi rivivere il grande evento della storia dell'umanità,
l'Incarnazione, a cui già ogni "Ave Maria" fa riferimento.
Sta qui il valore ed il fascino dell'"Angelus", tante volte espresso
non solo da teologi e pastori, ma anche da poeti e pittori.
Nella devozione mariana
ha assunto un posto di rilievo il Rosario, che attraverso la ripetizione delle
"Ave Maria" conduce a contemplare i misteri della fede. Anche questa
preghiera semplice, alimentando l'amore del popolo cristiano per la Madre di
Dio, ordina più chiaramente la preghiera mariana al suo scopo: la glorificazione
di Cristo.
Il Papa Paolo VI, come i suoi Predecessori, specialmente Leone XIII, Pio XII
e Giovanni XXIII, tenne in grande considerazione la pratica del Rosario e ne
auspicò la diffusione nelle famiglie. Inoltre, nell'Esortazione apostolica
Marialis cultus, ne illustrò la dottrina, ricordando che trattasi di
"preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'Incarnazione redentrice",
e ribadendone l'"orientamento nettamente cristologico" (N. 46).
Al Rosario sono spesso affiancate dalla pietà popolare le litanie, tra
le quali le più note sono quelle in uso nel Santuario di Loreto e chiamate
perciò "lauretane".
Con invocazioni molto semplici, esse aiutano a concentrarsi sulla persona di
Maria per cogliere la ricchezza spirituale riversata in Lei dall'amore del Padre.
3. Come dimostrano la liturgia e la pietà cristiana, la Chiesa ha sempre
tenuto in grande considerazione il culto verso Maria, ritenendolo indissolubilmente
legato alla fede in Cristo. Esso, infatti, trova il suo fondamento nel disegno
del Padre, nella volontà del Salvatore e nell'azione ispiratrice del
Paraclito.
Avendo ricevuto da Cristo
la salvezza e la grazia, la Vergine è chiamata a svolgere un ruolo rilevante
nella redenzione dell'umanità. Con la devozione mariana i cristiani riconoscono
il valore della presenza di Maria nel cammino verso la salvezza, ricorrendo
a Lei per ottenere ogni genere di grazie. Essi sanno soprattutto di poter contare
sulla sua materna intercessione per ricevere dal Signore quanto è necessario
allo sviluppo della vita divina e al conseguimento della salvezza eterna.
Come attestano i numerosi titoli attribuiti alla Vergine e i pellegrinaggi ininterrotti
ai santuari mariani, la fiducia dei fedeli verso la Madre di Gesù li
spinge ad invocarla nelle quotidiane necessità.
Essi sono certi che il suo cuore materno non può rimanere insensibile
alle miserie materiali e spirituali dei suoi figli.
Così la devozione alla Madre di Dio, incoraggiando alla fiducia ed alla
spontaneità, contribuisce a rasserenare il clima della vita spirituale
e fa progredire i fedeli sulla via esigente delle beatitudini.
4. Vogliamo infine ricordare che la devozione a Maria, dando rilievo alla dimensione
umana dell'Incarnazione, fa meglio scoprire il volto di un Dio che condivide
le gioie e le sofferenze dell'umanità, il "Dio con noi", che
Ella ha concepito come uomo nel suo seno purissimo, generato, assistito e seguito
con ineffabile amore dai giorni di Nazaret e di Betlemme a quelli della Croce
e della Risurrezione.